Hiroshima - 28/Dec/2017 «»


Sveglia molto presto (6.00), così da essere per tempo in stazione Shin-Osaka per prendere il treno veloce per Hiroshima. Siamo usciti dall’hotel verso le 7 e a quell’ora lo shuttle ancora non è attivo, così siamo andati a piedi alla Osaka Station, arrivandovi in circa 10 minuti. Bisogna prendere al binario 7 della JR Line il treno per Shin-Osaka, oltre il fiume. Qui abbiamo avuto tempo per fare colazione. Il treno proiettile moderno e veloce, Shinkansen, con un muso da squalo, conduce alla nostra destinazione in 1h e mezza.
Abbiamo preferito però andare prima a Myajima, prendendo il treno Tokaido – Sanyo Line e scendendo a Miyajimaguchi. Il traghetto per l’isola di Myajima parte di fronte alla stazione a poche centinaia di metri. Anche uno di questi è della JR, quindi è valido il pass già in nostro possesso. Dopo poco la partenza si scorge in lontananza il famoso Tori, la porta arancione che un tempo era l’accesso al tempio dell’isola dal mare. Avvicinandoci, ci siamo resi conto che purtroppo c’è bassa marea ed il
è emerso dall’acqua e tante persone lo attorniano per farsi le foto.
Il traghetto percorre una linea che consente il passaggio proprio di fronte, prima di andare ad attraccare.
Si cammina lungo la passeggiata lungomare, accolti da teneri cervi, dai più timidi ai più coraggiosi, che si avvicinano in cerca di cibo, per giungere all’agognato Tori.
Un po' di delusione resta, nel vederlo appoggiato sulla terra invece che circondato da acqua, come ammirato in tante fotografie, ma è comunque colorato e affascinante e non mi trattengo dal scattare foto da ogni angolo.
Subito alle spalle si trova il santuario shintoista Itsukushima Jinja, anch’esso con colonne di color arancione e carino da visitare.
Proseguiamo poi per il tempio buddista Daisho-in, bello e autentico, dove è possibile, per il buon auspicio, suonare la campana o aprire delle icone di legno contente un biglietto della fortuna. Il tempio è grande, tutto abbarbicato sulla montagna e ci sono da scoprire diversi angoli.
Tornando al traghetto, abbiamo percorso le vie dei negozi, acquistando qualche souvenir ed assaggiando specialità locale, come i dolcetti contenti i bean, i fagioli neri, che vengono utilizzati per tante ricette.
Marco ha pensato di ripassare a verificare se si fosse alzata la marea ed effettivamente il Tori era nuovamente circondato di acqua, concedendoci di apprezzarlo anche in questa veste e scattare le foto più classiche.
Abbiamo ripercorso la strada al contrario, fino alla stazione di Hiroshima.
Siamo entrati nell’ufficio del turismo e scoperto esserci un autobus, meipurupu, che ferma nei luoghi più turistici e su cui è possibile salire con la tessera JR pass. Siamo scesi alla fermata della Cupola della Bomba Atomica, ovvero ciò che resta del Centro Espositivo Industriale, epicentro dell’esplosione avvenuta nell’agosto del 1945, e poi a piedi ci siamo spostati al Museo della Pace, dove viene raccontato quanto è accaduto al momento e a seguito dell’esplosione, con immagini toccanti di persone con il corpo corroso.
Andare apposta ad Hiroshima per me non vale la pena, ma abbinato alla visita dell’isola di Miyajima risulta essere la giusta soluzione.
Abbiamo ripreso il bus che ferma poco distante dal Museo e siamo tornati in stazione. Ci siamo azzardati a salire sul treno senza prenotazione, nelle apposite carrozze, ma per fortuna c’era molto posto. Una volta giunti ad Osaka, abbiamo preso la metropolitana per Shinsaibashi e ci siamo buttati tra la folla, curiosando i negozi e poi cercando dove fare cena, trovando, verso le 20, quasi tutto pieno o lunghe code all’esterno dei ristoranti. Ci siamo alla fine fidati di alcuni giudizi su tripadvisor per trovare il locale sulla Dotombori. Purtroppo però la scelta del menù per stranieri, con la foto dei piatti, non era molto ricca e anche quando ordinato era poco gustoso. Stanchi, ma soddisfatti della ricca giornata siamo rientrati poi in hotel.

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