Page - 12/Aug/2014 «»


Purtroppo questa mattina siamo stati svegliati da una brutta notizia: è morta la nonna di Marco?
Ormai erano quasi due mesi che era in ospedale. E? tornata a casa un paio di volte, ma poi aveva dei peggioramenti. Ancora venerdi scorso sembrava pronta per uscire, ma le hanno fatto una trasfusione di sangue e le è tornata la febbre alta e da lì è peggiorata rapidamente. Il cuore non ha più retto o forse, anche lei, non ha più avuto la forza per reagire?
Certamente ha smesso di soffrire, ma per noi, essere così lontani, implica non poter fare niente. I funerali sono giovedi e non faremmo in tempo neppure ad arrivare a Milano. Al di là che i genitori si sono raccomandati di non tornare.
A fatica e tristi abbiamo iniziato la nostra giornata.
Avevo prenotato tempo fa, sul sito Navajo Tours, la visita dell?Antelope Canyon delle 12, perché dovrebbe essere l?ora migliore per ammirare i riflessi del sole sulla roccia.
Nell?attesa siamo andati a circa 10 min dall?hotel, lungo la 89, all?Horseshoe Bend, dove si può osservare il fiume Colorado a ferro di cavallo tra le rocce rosse. Si deve percorrere una breve salita nella sabbia e poi una lunga discesa (10min), che poi va però, faticosamente, ripercorsa al ritorno in salita. Il panorama è affascinante.
Dato che avevamo ancora margine sul nostro appuntamento, siamo arrivati fino alla diga, Glen Canyon Dan, per scattare qualche foto.
Un?ora prima del nostro tour al rinomato Antelope Canyon, ci siamo presentati, come richiesto, lungo la 98, tra i km 299 e 300. Sulla destra si vedono i pulmini blu su cui poi si salirà. Occorre pagare prima l?accesso al Canyon di 8 dollari a testa e poi recarsi al punto di accettazione e versare quanto dovuto, nel nostro caso 40 $ a testa per il giro da 1h. Si è svolto tutto molto rapidamente, quindi poi abbiamo dovuto aspettare ancora più di mezz?ora. Alle 11.50 ci hanno chiamati uno a uno per farci salire sui camioncini, ognuno con la propria guida. Si percorrono circa 6 km nella sabbia, ogni tanto saltellando per le dune, ma si è stretti stretti, vicini vicini e non c?è molto spazio per muoversi. Si arriva abbastanza scaglionati, così da non entrare tutti insieme. La guida dà qualche informazione, ma, soprattutto, suggerimenti per scattare le fotografie, anzi, in alcuni casi, si offre lui di scattarla, un po?, immagino, per poter avere la possibilità di una mancia extra a fine tour.
Purtroppo la giornata non era bellissima ed il sole, tra le rocce, è stato molto poco, ma siamo comunque riusciti a godere di qualche riflesso.
L?andata si percorre accompagnati dalla guida, mentre si ripercorre lo stesso tragitto, da soli, al ritorno, quindi ci sono ancora occasioni per scattare qualche altra foto.
Abbiamo poi preferito ripassare in hotel a rinfrescarci e toglierci un po? di sabbia dalla pelle. Dato che il cielo si stava rapidamente annuvolando, siamo riusciti in fretta per andare al Lago Powell. Si deve superare l?ingresso a pagamento. Noi, avendo già la tessera American The Beautiful, siamo potuti passare liberamente.
Siamo arrivati alla Marina, al porto e poi abbiamo proseguito per Lone Rocks, dove, si vede dalla mappa, c?è una roccia in mezzo al lago.
Anche qui c?è un altro punto di accesso a pagamento. Ci hanno detto di non andare con la macchina fino alla spiaggia, cosa che ci è sembrata alquanto ovvia.
Abbiamo visto diverse macchine e camper in riva al lago, quindi abbiamo deciso di raggiungerli, ma dopo una decina di metri siamo rimasti impantanati nella sabbia. Non pensavamo che le discesa al lago fosse già sabbiosa, dato che c?erano così tante macchine ferma a riva. Si è fermata una macchina che ha provato a dare supporto, ma senza successo. Poi è arrivato il nostro salvatore, un signore simpatico che ha preso in mano la situazione. Ci ha detto che oggi era già capitata la stessa cosa ad altri italiani e li aveva già tratti in salvo e di stare quindi tranquilli. Nel frattempo ha iniziato a piovere, proprio mentre il poveretto cercava di far passare una cinghia sotto la gomma della nostra macchina, collegandola alla sua. Con 2-3 accelerate siamo riusciti a liberarci. L?abbiamo seguito fino a riva, ci ha dato un paio di indicazioni turistiche sui dintorni ed i consigli per risalire, ovvero non fermarsi, continuare ad accelerare.
Abbiamo seguito le istruzioni, ma una macchina ha rallentato proprio davanti a noi e quindi?ci siamo nuovamente insabbiati, assurdo. Questa volta invece si è fermato un ragazzo carino ed atletico, con un super fuori strada, che rapidamente ci ha tirato fuori la cinghia dal retro. Dietro a noi si era fermato un suo amico, con un mezzo identico. Dato che non siamo riusciti ad agganciare il cavo sulla ruota davanti, ci siamo attaccati dietro e ci ha tirati fuori quindi l?amico. Il tutto è avvenuto in pochi minuti, sono stati eccezionali. Senza più fermarci poi siamo riusciti ad arrivare sani e salvi sul terreno compatto?.ma che avventura!
Esausti ed ancora un po? agitati abbiamo preferito tornare in hotel, anche per liberarci dalla sabbia, insinuatasi ovunque.

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