Roma - 18/Mar/2023 »


A metà dicembre, con la lotteria di Natale dell’azienda, ho avuto la fortuna di vincere un premio: uno smart box della Boscolo, “camera con vista”, che includeva un pernottamento e prima colazione in un hotel in una bella località di mare, come Sicilia, Sardegna, Campania, oppure in un qualche città. Trattandosi solo di una notte ho selezionato mete facilmente raggiungibili, restringendo la scelta a due: Venezia, città che mi piace da impazzire, e Roma, vista di sfuggita tante volte per lavoro, ma mai in maniera approfondita, se non da ragazza ai tempi delle gite scolastiche. Ho lasciato la scelta finale a Marco che ha preferito la città eterna, Roma. A fine gennaio ho prenotato l’hotel, aggiungendo una seconda notte tramite booking, e ad inizio febbraio ho prenotato il treno tramite Italo, molto più economico di Trenitalia.
Ho scelto una partenza comoda di orario, alle 9.30, avendo una partita di basket di Marco la sera prima, ed in tre ore siamo arrivati alla Stazione Termini. Ci siamo diretti al ristorante dove sono stata diverse volte per lavoro, davanti al Teatro dell’Opera, La Matriciana, ma era chiuso, ebbene sì, giorno di chiusura settimanale ... sabato … assurdo.
Ho cercato su tripadvisor una alternativa nei dintorni ed ho trovato La Cucina Nazionale, ristorante turistico con un misto di piatti tipici italiani, da quelli romani a quelli più noti di altre regioni, come le lasagne e la pasta al pesto. Abbiamo potuto iniziare ad assaporare i piatti tanto sognati, come la cacio e pepe e la carbonara, discreti, ma non speciali.
A piedi poi ci siamo diretti verso il nostro hotel, Kolbe, sul Palatino. Abbiamo superato lo splendido Vittoriano, la colonna Traiana, i mercati Traianei, ed all’inizio dei fori imperiali ci siamo inerpicati, con le nostre valige, verso il Campidoglio, ovviamente con me che scattavo foto …. a tutto, meraviglioso, per arrivare poi finalmente all’hotel.
Gentilmente ci hanno concesso di restare nella stessa camera, con vista, anche la seconda notte, senza dover pagare il sovrapprezzo della differenza. Tuttavia, una volta entrata in camera, al primo piano, carica di aspettativa, ho visto il panorama del Palatino e ci sono rimasta un po' male, perché non è proprio la vista che speravo….ma la camera è bella.
Abbiamo pianificato di incontrarci con la ex collega di Marco, Valentina, per cena, alle 20, alla fermata della metropolitana Piramide, quindi siamo usciti, nel frattempo, in perlustrazione della zona.
Proprio accanto all’hotel c’è un piccolo mercato coperto della Coldiretti, carino; abbiamo proseguito per l’Arco di Giano, che serviva anche da riparo dalla pioggia per i mercanti romani, e la piazza con la Bocca della Verità, dove si trova la maschera di marmo davanti a cui venivano portate le donne accusate di adulterio e si diceva che inserendo la mano nella feritoia e giurando di non aver tradito il marito, la Bocca avrebbe tranciato la mano in caso di menzogna.
Abbiamo attraversato il Ponte Palatino, il ponte più lungo di Roma con i suoi 155 mt, arrivando a Trastevere, il più esteso rione della città, e rientrando poi dall’Isola Tiberina, detta anche “isola sacra” in quanto vi venivano celebrati sia culti pagani che cristiani. La leggenda narra che quando fu spodestato l’ultimo re di Roma, Lucio Tarquinio Superbo, il popolo gettò nel Tevere un’enorme quantità di grano del re, per rivolta, e proprio questo abbia formato l’isola.
Si passa dal quartiere ebraico, Palazzo Farnese, Campo de Fiori, fino a sbucare su Piazza Navona, con le sue belle fontane: i Quattro Fiumi del Bernini, che rappresentano il Danubio, il Gange, il Nilo ed il Rio della Plata, i quattro angoli della Terra; la Fontana del Moro, con la statua di un Etiope che lotta con un delfino e la Fontana del Nettuno.
Abbiamo proseguito passando dal Pantheon, uno degli esempi di ingegneria dell’antica Roma, in quanto all’interno la distanza tra il pavimento e la sommità della cupola è uguale al diametro, oltre poi ad essere noto per il foro di nove metri sulla sommità che permette l’illuminazione dell’ambiente interno.
La coda per entrare era lunghissima, quindi abbiamo raggiunto Palazzo di Montecitorio e poi la Galleria Alberto Sordi, fino alla splendida Fontana di Trevi, di Bernini, con, ai lati del dio, le statue dell’Abbondanza, che versa acqua a quella della Salubrità.
Per fare ritorno in hotel abbiamo superato il meraviglioso, imponente ed affascinante Vittoriano, in cui siamo entrati anni fa durante un breve scalo di qualche ora a Roma, chiamato anche Altare della Patria, dedicato al Milite Ignoto che qui fu tumulato nel 1921, e “macchina da scrivere”. Il nome deriva da Vittorio Emanuele II, il primo re d’Italia.
Abbiamo proseguito verso il Campidoglio, il più piccolo dei colli della città, con la sua bella piazza, opera di Michelangelo Buonarroti, da cui si ha, appena alle spalle, un panorama incredibile al tramonto sui fori imperiali, che furono il cuore della vita romana, centro di aggregazione, luogo in cui si assisteva ai processi, venivano prese le decisioni politiche, si ammiravano i condottieri in parata dopo i trionfi.
Abbiamo voluto approfittare di questa luce per arrivare fino al Colosseo, utilizzato anticamente per gli spettacoli dei gladiatori e altre manifestazioni pubbliche, come spettacoli di caccia e drammi legati alla mitologia, e all’Arco di Costantino, posto sull’antico percorso dei trionfi, ed una occhiata all’Arco di Tito, con una sola arcata, sulle pendici del Palatino, con una bella prospettiva sul Colosseo, e l’ultimo slancio ci ha portati accanto al Circo Massimo, antico stadio che poteva contenere 300.000 spettatori, dedicato alle corse dei cavalli e agli spettacoli pubblici, e da lì, esausti, in hotel.
Per arrivare alla fermata Piramide, dal Circo Massimo, c’è solo una fermata, quindi abbiamo preferito farla a piedi, dato che ci eravamo riposati una mezz’oretta.
Valentina e Luca ci hanno portato in un ristorante di un loro parente, da Bucatino, dove ci hanno dato diversi antipasti per iniziare e poi io ho preso una gricia bianca, mentre Marco ha preso una amatriciana, tutto accompagnato da una buona bottiglia di Montepulciano d’Abruzzo. Come secondo Marco ha preso la trippa alla romana, mentre io ho diviso con Vale un tagliere di salumi. Tutto fantastico! Non vedevamo Valentina da diversi anni, ma è come fossero passate poche settimane dall’ultima volta!!

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